Chatbot: cosa sono e in che modo potenziano le aziende e la comunicazione interna
Negli ultimi anni, la diffusione delle piattaforme di messaggistica ha creato terreno fertile per lo sviluppo dei chatbot: strumenti digitali basati su algoritmi di intelligenza artificiale in grado di interagire con gli utenti in maniera automatica e strutturata, simulando una conversazione umana.
Cos’è un chatbot
Un chatbot è un software progettato per dialogare con persone reali tramite messaggi di testo o vocali. Questi assistenti virtuali si servono di tecnologie come l’intelligenza artificiale (AI), il machine learning e l’elaborazione del linguaggio naturale (NLP) per comprendere le richieste degli utenti e fornire risposte appropriate. Sono oggi presenti in numerosi canali: dai siti web alle app, dalle piattaforme di social media ai dispositivi smart.
Come i chatbot trasformano le aziende
L’introduzione dei chatbot nelle imprese offre una serie di vantaggi tangibili:
Supporto clienti h24: Rispondono istantaneamente alle domande più frequenti, alleggerendo il lavoro dei team di assistenza.
Riduzione dei costi operativi: Automatizzano attività ripetitive, minimizzando l’errore umano e abbattendo le spese.
Esperienza personalizzata: Sfruttano le conversazioni precedenti per offrire risposte su misura, migliorando la fidelizzazione.
Gestione su larga scala: Possono gestire contemporaneamente migliaia di conversazioni, rendendo scalabile l’interazione.
Analisi e raccolta dati: Tracciano le interazioni degli utenti, fornendo insight preziosi per il marketing e lo sviluppo.
Integrazione nei sistemi aziendali: Si connettono facilmente con CRM, e-commerce e altri strumenti digitali.
In quali settori vengono utilizzati
Le applicazioni dei chatbot sono praticamente infinite:
Nel servizio clienti, offrono risposte istantanee.
In e-commerce, guidano gli utenti verso i prodotti più adatti.
Nella sanità, ricordano appuntamenti e farmaci.
Per il turismo, gestiscono prenotazioni e suggeriscono attività.
In ambito HR, rispondono alle domande dei dipendenti e assistono nel recruiting.
Nel marketing, lanciano campagne personalizzate e raccolgono feedback.
Nell’istruzione, supportano l’apprendimento con assistenza virtuale.
Il valore aggiunto nella comunicazione interna
Anche all’interno delle aziende, i chatbot giocano un ruolo fondamentale:
Facilitano l’accesso a informazioni interne.
Automatizzano la prenotazione di sale riunioni, richieste HR e segnalazioni IT.
Offrono supporto durante il processo di onboarding dei nuovi dipendenti.
Riducono il rischio di errori grazie alla condivisione di risposte aggiornate.
Raccogliendo feedback, contribuiscono al miglioramento continuo dell’organizzazione.
Perché i chatbot sono sempre più strategici
I chatbot offrono un servizio continuativo, in grado di rispondere in tempo reale in qualsiasi momento. Inoltre, grazie all’integrazione con social network e app di messaggistica, riescono a profilare l’utente in base a lingua, età, interessi e comportamenti. Con l’uso del machine learning, migliorano costantemente le loro prestazioni sulla base delle interazioni passate.
Un mercato in forte espansione
Realizzare un chatbot base oggi è accessibile anche alle PMI, grazie a piattaforme open source intuitive. Tuttavia, il mercato enterprise è sempre più popolato da giganti come Meta, Microsoft, IBM, WeChat e altri, che investono per migliorare le funzionalità e la personalizzazione di questi strumenti.
Secondo le stime di Grand View Research, il mercato globale dei chatbot supererà i 27 miliardi di dollari entro il 2030. Il trend è sostenuto anche dalla diffusione di tecnologie come IoT, AI e riconoscimento vocale, che rendono questi strumenti sempre più precisi ed efficienti, anche in lingue diverse.
Un esempio concreto: Cleverbot
Cleverbot è uno dei chatbot più longevi e noti. Nato nel 1988, è stato programmato per apprendere dalle conversazioni e rispondere in modo sempre più realistico. Partecipando a un test di Turing nel 2011, è stato ritenuto “umano” dal 59,3% dei partecipanti. La sua particolarità? Non crea frasi da zero, ma attinge da un enorme database di interazioni passate, offrendo così un’esperienza conversazionale sorprendentemente naturale.